Emanuele Giglio

domenica 16 maggio 2021

Emanuele Giglio in Lectura Dantis



 
La Lectura Dantis di Emanuele Giglio, già inserita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nei programmi ufficiali dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018, dopo l’anteprima a Roma al Ponte di Ferro e Gazometro di Testaccio (archeologia industriale) e il debutto ufficiale nella Cisterna Maggiore del Parco Archeologico di Gianola a Formia (LT) nell’ambito del Festival dei Teatri d’Arte Mediterranei e replicata nel Duomo di Fondi (LT), nel Santuario di Santa Maria del Piano di Ausonia (FR) e dalla Torre Medievale di Castellonorato che svetta su tutto il Golfo di Gaeta, verrà presentata dopo continui approfondimenti teorici e studi sulla musicalità dell'endecasillabo dantesco nella sua versione definitiva per tutto l'anno 2021 come contributo agli eventi celebrativi del VII Centenario della morte di Dante Alighieri.

Dopo aver maturato un’esperienza teatrale più che trentennale dirigendo il Teatro del Centro di Roma, Giglio ha trasferito di recente la sede della sua associazione a Claviere (TO), nel comprensorio dell'Unione Montana dei Comuni Olimpici della Via Lattea.

Nel 1353 Francesco Petrarca, precursore della letteratura italiana, dovendo lasciare la Provenza, s'arrestò nei pressi del monte Janus e guardando verso Claviere – che non era ancora Italia – scrisse la sua ode all'Italia.

Un'idea di Italia del Petrarca che sulla scia di Dante, che pur ne condannava gli aspetti negativi, esprime il più grande amore per la “Nostra terra santissima”.

È proprio partendo da questi solidi presupposti che abbiamo individuato il territorio in cui abbiamo appena trasferito la nostra associazione come cornice ideale per far cominciare le celebrazioni per il VII centenario dantesco, anche supportati da Keplero che in un trattatello del 1611 “Strena seu de nive sexangula” (I sei angoli del fiocco di neve), con intento scientifico condito con un pizzico di bonaria ironia, tesse l'elogio della neve, ammirata nella sua perfezione geometrica, inconfutabile cifra dell'Assoluto.

“Lieve come la neve come la neve greve! Nove volte Dante Alighieri cita la neve nella Divina Commedia: tre nell'Inferno, tre nel Purgatorio e tre nel Paradiso. Il poema, come è noto, è basato sul numero tre, ed è almeno suggestivo che il termine neve vi compaia tre per tre volte”; e ancora Keplero, analizzando i sei angoli del fiocco di neve raddoppia a sei e multipli di sei.  

Lo scopo, secondo le direttive ministeriali, è quello di far risuonare i versi del massimo poeta italiano nelle aree archeologiche e nei borghi medievali di cui il nostro Paese è ricchissimo. Scenografia dello spettacolo è quindi il luogo stesso che ospita l'evento: un parco naturale, un sito di archeologia industriale, una piazza rinascimentale con i suoi monumenti, una chiesetta paleocristiana o barocca comprendendo anche quei torrioni e bastioni spesso trascurati o ridotti a ruderi in paesini e località note e meno note ma tutte ricchissime di storia, cultura e tradizioni popolari da riscoprire e valorizzare a tutto vantaggio della conoscenza e di conseguenza dell'economia del territorio.

La scelta dei canti della Commedia segue un personale criterio riassuntivo dell’intero viaggio: Paolo e Francesca, la ridda di diavoli in Malebolge, Ulisse, il Conte Ugolino, Matelda immagine dell’eterno femminino in cui si trasfigura l’umana bellezza e l’altissima preghiera alla Vergine di San Bernardo che prelude alla vision divina, la vista dell’inesprimibile che conclude la commedia.

Emanuele Giglio, attore-artifex, intende restituire nell’esecuzione l’originaria musicalità dell’endecasillabo dantesco, concentrando quella spinta verticale (matrice di tutta la sua ricerca teatrale) in cui il verso si rende pura vertigine sonora.

In ogni posto in cui ci troveremo o collocheremo, rapporteremo e contestualizzeremo la nostra Lectura Dantis, faremo nostre le parole di Papa Francesco che nella sua Lettera Apostolica in occasione del VII centenario del Poeta, esorta: “Incoraggio in maniera particolare, gli artisti a dare voce, volto e cuore, a dare forma, calore e suono alla poesia di Dante, lungo la via della bellezza”.