EMANUELE GIGLIO
in
LUCREZIA
di William Shakespeare
traduzione di Emanuele Giglio
musiche di Henry Purcell
The Cold Song dal King Arthur cantata da Monica Griffa
Anteprima nazionale di un frammento dello spettacolo
SIRACUSA SHAKESPEARE FEST
Palazzo Francica Nava (Ortigia) Siracusa, 4 settembre 2022
L'attore romano Emanuele Giglio, partendo dalla sua nuova sede di Claviere (TO) nel
comprensorio dell'Unione Montana dei Comuni Olimpici della Via Lattea, presenta lo
spettacolo teatrale Lucrezia in forma di concerto per voce recitante contrappuntante con
un'aria barocca, in un tour che si prevede internazionale.
Questo poemetto venne scritto da Shakespeare alla fine del cinquecento costretto dal
fatto che a causa della peste i teatri a Londra vennero chiusi per due anni.
Stessa sorte toccata in questi tempi in Italia ed in altri Paesi per l'emergenza Covid-19.
La vicenda è quanto mai attuale: si narra che nell'antica Roma, a causa della violenza
sessuale subita da Lucrezia ad opera del figlio del re Tarquinio, la nobile romana si
suicidò. Il popolo per punire l'oltraggio cacciò i re e abolita la monarchia, Roma diventò
una repubblica.
Oltre al rilevante aspetto politico, la storia ci ricorda un assai ripetersi di atti di violenza
e di soprusi che risalgono alla notte dei tempi. Proprio per questo, diffondendo il
concetto con il teatro, intendiamo contribuire a combattere ogni forma di violenza nei
confronti delle donne; un fenomeno sempre più pericolosamente ricorrente e tristemente
attualissimo. Per questo motivo la compagnia teatrale di Giglio si onora di essere tra i
promotori del Progetto Donne della UILT (Unione Italiana Libero Teatro) “con l’intento
di smuovere le coscienze promuovendo la solidarietà e la presa di posizione e, a nostro
modo, educare al rispetto. Si tratta in questo caso di emozioni al femminile, condivise da
uomini che amano le donne, tanto da mettersi a loro disposizione...”(Stella Paci
responsabile del progetto nazionale), in questo caso per dar voce alla storia di Lucrezia.
Shakespeare in quest'opera, come in tutti i suoi personaggi immortali, analizza
psicologicamente i pensieri dello stupratore ma soprattutto, rarissimo nella storia
culturale, le devastanti riflessioni della vittima.
Uno spettacolo di forte impatto, in cui elementi del punk tedesco si fondono all'epoca
vittoriana, al barocco, alla musicalità del verso, in un unicum che ben disegna l'umanità
ed il teatro dei nuovi anni venti.
«La violenza sulle donne è un carillon ossessivo, che a scadenza i media ci
ripropongono fino ad assopire la mente, fino ad inglobare la notizia come scontata,
ripetuta, la ascolto ma non la sento più, già la so, mi incuriosisce la dinamica del fatto, la
sua spettacolarità e basta. Le conseguenze sono solo un sottofondo a volte anche noioso,
monotono: come un rubinetto che gocciola ininterrottamente e che ormai il mio cervello
legge come silenzio».
Così riassume Monica Griffa, che sul palco con Giglio è parte di questo ingranaggio
scenico: la Maria di Friz Lang che Emanuele Giglio ridisegna in una “Metropolis” 2022.
L'attore sta curando personalmente e integralmente la traduzione del testo originale,
riversificandolo in prosa musicale e destinandolo anche ad un imponente progetto
editoriale che prevede la realizzazione di un cofanetto contenente oltre alla
pubblicazione della versione con il testo originale a fronte, anche un CD audio
dell'intera performance.
Lo spettacolo dunque, si presenta come una scatola del suono aperta.
L'attore-artifex nell’esecuzione, intende restituire alla poesia l’ormai perduta lirica
originaria, concentrando quella spinta verticale (matrice di tutta la sua ricerca teatrale) in
cui il verso si rende pura vertigine sonora atta a fare del nuovo teatro italiano un
linguaggio universale, superando una volta per tutte la Babele delle lingue.